Due sono a Massa Marittima i musei dedicati al passato minerario di questa area geografica: Il Museo della Miniera ed il Museo di Arte e Storia delle Miniere. Da sempre le miniere sono state l’asse portante dell’economia locale che poggiava quasi totalmente sull’attività estrattiva, finalizzata in principio alla utilizzazione dei metalli quali ferro, rame, argento, piombo e successivamente, a partire dai primi decenni del ‘900, a servizio della collaterale attività di trattamento dei solfuri per la produzione di acido solforico dalla pirite. Ed è proprio nel momento in cui la figura del minatore scompare che si manifesta nei cittadini di Massa la volontà di salvare ogni possibile testimonianza del lavoro e della vita all’interno della miniera, un patrimonio che è proprio di intere generazioni. Nasce così nel 1980 il Museo della Miniera, voluto e realizzato da un gruppo di minatori in pensione, ricavato in gallerie scavate in prossimità del centro storico per offrire rifugio alla popolazione durante il secondo conflitto mondiale; ha uno sviluppo di circa 700 metri e vi sono mostrati in sequenza cronologica vari metodi di coltivazione dei giacimenti minerari e di armamento delle gallerie nonché numerosi macchinari ed alcuni campioni dei minerali che venivano estratti dalle miniere del comprensorio.
Alcuni anni dopo, sempre ad opera dei volontari del Gruppo Mineralogico Massetano che già avevano patrocinato l’allestimento della Miniera, guidati dall’instancabile e meticoloso Ido Macii, nacque il Museo di Arte e Storia delle Miniere, una ricchissima raccolta di cartografie, strumenti, piccoli utensili e minerali che hanno trovato la loro collocazione nel Palazzetto delle Armi e che documenta l’importanza dell’attività mineraria nel territorio massetano dal periodo etrusco ai nostri giorni. Nel museo, oltre ad una interessantissima raccolta di minerali di varia provenienza, sono esposti un calco dell’Oreophitecus Bambolii (ominide di Montebamboli) ed una copia del primo Codice Minerario (ORDINAMENTA SUPER ARTE FOSSARUM RAMERIAE ARGENTERIAE CIVITATIS MASSAE), redatto a Massa Marittima nel XIII secolo ad opera del Libero Comune Massetano, primo tentativo al mondo di regolamentare la vita di miniera (concetti della proprietà del sottosuolo, diritto di scavo, metodi di coltivazione dei giacimenti, ecc…), ordinamento ancora oggi apprezzato dagli esperti di Arte Mineraria e che rappresenta una delle maggiori glorie giuridiche del Medioevo italiano.
I due musei sono l’indispensabile compendio l’uno dell’altro ed insieme riescono a dare non solo la cognizione, ma anche la “sensazione” del lavoro e della vita nella miniera.